Indagato nell'inchiesta della Procura di Roma sullo "scandalo Iva" delle aziende telefoniche, l'ex presidente di Telecom Italia Sparkle Riccardo Ruggiero (all'epoca dei fatti anche a.d. della holding) ha dichiarato nei giorni scorsi la sua estraneità. Quella in Sparkle - ha detto in un'intervista - era una carica «non operativa», «solo formale». Un "presidente per caso", insomma. È un'autodifesa che non convince. Chissà se Ruggiero conosce il codice di autoregolamentazione della Borsa cui aderisce anche l'ex monopolista pubblico. Tra i precetti della corporate governance la figura del presidente viene indicata come «centrale», un indispensabile contrappeso al potere dell'amministratore delegato. Ciò è tanto più vero in un gruppo dove allo stesso manager fa capo anche la gestione operativa della holding di controllo. Occupa la poltrona di presidente esattamente per controllare che l'attività della unità periferica si svolga in modo ordinato e corretto, rispettando la missione che gli è stata impartita e, perché no, anche leggi e regolamenti. Diversamente che ci sta a fare un presidente, soltanto a scaldare la sedia e a percepire emolumenti milionari (com'era nel caso di Ruggiero)?
Nello scandalo portato alla luce dalle indagini della Guardia di finanza non colpisce soltanto la disattenzione dei manager. Le società coinvolte (Telecom e Fastweb) fin dal 2007 erano a conoscenza delle anomalie su cui la magistratura stava investigando. Eppure hanno sottovalutato quel rischio che, nel caso di Fastweb, potrebbe addirittura metterne in discussione l'esistenza. Cos'è che non ha funzionato? L'area dei controlli societari è affollata di organismi ma con sovrapposizioni e contraddizioni evidenti. Andrebbe riorganizzata, se non altro come best practice aziendale, ma nella recente modifica del codice di Piazza Affari il tema dei controlli è stato accantonato e rinviato a data da destinarsi. Infine, continua a stupire la "geometrica potenza" di fuoco della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa, sotto i cui strali un'azienda può essere commissariata (con il fondato rischio di scomparire) ben prima di una sentenza definitiva e quando le pratiche considerate illecite si sono concluse da anni. È come se a un imputato di omicidio fosse accompagnato alla sedia elettrica già nel corso del processo, così come misura "interdittiva".